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Archivio di Stato di Lecce

2018 - Il bello delle carte: tesori d'archivio in mostra

Apertura straordinaria dell'Archivio di Stato di Lecce in occasione della manifestazione nazionale "Domenica di Carta", promossa e organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con l'obiettivo di divulgare la conoscenza del patrimonio custodito da Archivi e Biblioteche statali. Per l'occasione l'Archivio espone alcuni tra i suoi più preziosi e raffinati documenti che raccontano di nove secoli di storia, tanti quanti ne custodisce nei suoi depositi, attraverso i quali si possono cogliere, già ad una lettura per immagini, i mutamenti storici intervenuti in fatto di politica, mentalità e cultura nel territorio provinciale.

Si va dalle antiche pergamene benedettine di S. Giovanni Evangelista, risalenti al regno Ruggero II d'Altavilla ed al dominio dei primi conti di Lecce, adorne dei simboli della regalità sacra adottati dalla monarchia normanna, alle norme amministrative e statutarie della "florentissima civitas Licii" contenute nel quattrocentesco "Codice di Maria d'Enghien", per poi giungere ai fasti della Lecce "fedelissima" all'imperatore Carlo V ed alla Corona di Spagna, che adornava di stemmi regali i luoghi del potere civile e militare (Porta Reale, ora Porta Napoli, Castello, Sedile, Torre del Parco) negli stessi anni in cui le cancellerie regie arricchivano con i blasoni sovrani le preziose pergamene miniate esposte in mostra.

   Non mancano i diplomi di laurea conseguiti da studenti salentini nel Cinque-Seicento presso gli atenei di Napoli e Salerno: un vero e proprio scrigno di arte, tra simboli, decori scenografici e allegorie nei quali si fondono sacro e profano, suggellati dall'egemonia culturale della Chiesa cattolica e dall'estetica barocca. Il trionfo della fede nell'età della Controriforma è documentato in maniera esemplare attraverso le pergamene di concessione di indulgenze a confraternite laicali, adorne dei segni del potere spirituale. E sono ancora i santi, tra Sette e Ottocento, a proteggere le imbarcazioni che veleggiano tra i porti del Mediterraneo, come si evince dalle patenti di sanità rilasciate dalle autorità portuali a garanzia di immunità da contagio epidemico degli equipaggi, delle merci e dei passeggeri.

   Ma il vento del cambiamento sarebbe giunto nel decennio francese anche nelle nostre contrade ed allora nulla sarebbe più stato come prima. Lo si evince dai diplomi in pergamena di affiliazione alla Carboneria, sequestrati agli aderenti salentini alle Società segrete che lottavano contro il restaurato governo borbonico per la costituzione e per la difesa delle conquiste in fatto di diritti civili e politici ottenute in età napoleonica, zeppi di simboli e di formule che rinviano ad un intrigante gergo cifrato di stampo settario. Ed anche dai figurini delle bande musicali, sorte nell'Ottocento come veicolo di idee laiche, libertarie e democratiche che la rivoluzione giacobina aveva diffuso tra ampi strati sociali, e poi divenute imprescindibile accompagnamento sonoro di ogni manifestazione pubblica sotto il controllo del potere politico.

   Lento e irto di difficoltà si presenta il cammino della trasformazione del territorio, delle strutture agrarie e dei rapporti di produzione, nonostante le demanializzazioni di epoca napoleonica, e con esso anche l'opera di bonifica delle aree malsane promossa dai Borbone in una provincia nella quale la malaria risultava endemica. Di contese per il possesso della terra e di tentativi di risanamento delle zone palustri raccontano le accurate piante topografiche ottocentesche (Alimini, Cesine, Palude del Conte, Litorale di Ugento, Bosco di Belvedere), che riproducono un territorio non ancora sottoposto ai radicali interventi degli anni a venire.  

   Mutamenti sensibili si riscontrano in epoca postunitaria nelle opere di restyling della Lecce barocca, allorquando antichi edifici religiosi subiscono trasformazioni a volte radicali per rispondere alle nuove funzioni civili cui vengono destinati. E' il caso del Collegio San Giuseppe, così appellato in onore di Giuseppe Bonaparte, poi intitolato a Giuseppe Palmieri, allocato nel 1816 nell'antico complesso conventuale di S. Francesco della Scarpa, la cui chiesa dopo l'Unità subirà una parziale demolizione per ricavare nuovi spazi da destinare ai gabinetti scientifici. Ed anche dell'antico Collegio dei Gesuiti, il più importante centro d'istruzione scolastica di Terra d'Otranto a partire dal 1583, dopo varie vicende destinato da Giuseppe Napoleone a sede del Tribunale e della Corte Criminale e nel 1868 dotato di una nuova facciata, che viene sovrapposta alla precedente a rimarcarne la funzione civile nell'ambito della raggiunta unità nazionale.

  La modernizzazione infrastrutturale in epoca postunitaria è documentata, a titolo esemplificativo, dal progetto del faro di Leuca, realizzato nel 1866 a supporto della viabilità marittima e delle rotte navali riorganizzate dallo Stato italiano. Un segnale dei tempi nuovi e della moda della villeggiatura balneare lungo litorali ormai risanati dalla malaria è testimoniato dalle spiagge lungo le quali,  qualche decennio più tardi, spuntano i primi camerini  assieme ai primi castigatissimi costumi da bagno. 

  Insomma una storia raccontata attraverso documenti e immagini, che si prestano ad una lettura a vari livelli per soddisfare le esigenze di un pubblico variegato.



Ultimo aggiornamento: 03/04/2023